Non esiste più la mezza stagione, dicono…e perché le mezze misure, ossia quelle di buon senso, esistono ancora, chiedo io?
Se abbiamo male prendiamo un antidolorifico, se abbiamo paura un ansiolitico, se siamo tristi prendiamo un antidepressivo, se siamo stanch* un integratore.
Le soluzioni che agiscono sui sintomi vanno bene qualche volta, ad esempio in emergenza, oppure in supporto ad altro, ma se combattiamo la stanchezza richiedendoci di fare ancor di più, di essere sempre al massimo, invece che concedendoci dei sacri riposi e dei leciti momenti no, non stiamo risolvendo il problema! Lo stiamo solo tenendo sedato in attesa che scoppi il pentolone…e poi magari, quando questo scoppierà, e ci porterà tristezza, ci regalerà paure, ci farà sentire che non stiamo bene…continueremo ad agire allo stesso modo, spendendo altre energie a cercare la pastiglia che funzioni!
Non avrebbe più senso chiederci dove e come possiamo modificare i nostri stili di funzionamento? Come prevenire i sintomi, ormai che intravediamo meccanismi irrigiditi che ciclicamente si ripropongono, come i peperoni, uguali a se stessi?
Il mio mestiere di psycho mi ricorda costantemente che i nostri mali, soprattutto quelli che sempre più spesso vengono collegati al fatidico stress, sono un’opportunità da cogliere per comprendere che è giunto il momento di cambiare qualcosa, di esplorare strade nuove, di conoscerci meglio e amarci di più.
(vedi anche il mio post ‘le crisi d’ansia sono messaggi in codice’).