Mio figlio, il primo (questa puntualizzazione è fondamentale, perché con i secondi figli i genitori sono ormai pronti al peggio… volevo dire più consapevoli cioè), non ha dormito per diciotto mesi (intendendo con ciò che per un anno e mezzo avrà messo insieme, sì e no, quattro-cinque ore di sonno al dì, randomizzate sulle ventiquattr’ore).
A quest’epoca faccio risalire il mio astio verso libri, metodi ed esperti dell’addormentamento infantile che sfoggiano perle di saggezza e svendono strumenti pedagogici, estrapolandoli da teorie molto serie per re-intrappolarli in manualetti di facile lettura e ultrasemplicistico utilizzo, che portano quei poveri zombies dei genitori (non è intenzionalmente offensivo, è per rendere l’idea della forte carenza di riposo notturno) ad affidarsi a procedure preconfezionate per inchiodare al letto i propri figli.
Perché astio?? Ma perché – santa pace! – i bambini, con questi sistemi, è vero, dormono, ma hanno dei Bisogni fondamentali su cui non si può scherzare: necessitano di Contatto, di Vicinanza, di Rassicurazione, di Calma…insomma di tutto tranne che di essere lasciati soli a piangere finchè non crollano!
Ok così si addormentano ma ce l’hanno pure loro un Inconscio! Ciò a dire che non è il risultato che deve tacitare la nostra apprensione genitoriale: se nostro figlio non dormiva prima e ora sì, spossato dalla stanchezza di un pianto disperato, non possiamo dire che ha trovato la serenità e che sta bene! Se il nostro pupetto di un anno ora pare un angioletto buono buono nel suo lettino, ma lo abbiamo lasciato strepitare là da solo due ore per quindici giorni, è chiaro che si è dannatamente stressato da non poter fare altro che soccombere alla sua pena.
Si tratta – già in sì tenera età – di rassegnata disperazione. Poi chiamiamola pure in altri modi, se ci pare.
Ho appena riletto quanto ho scritto e, oltre a considerare il rischio querela da parte degli inventori di certi metodi coattivi pro-sonno forzato infantile (ma posso dirlo? Chissene!), sono impensierita dal rischio di terrorismo psicologico che potrei esercitare su quelle mamme e papà che hanno applicato le sopracitate metodologie. Mi rendo conto che posso avere imparanoiato qualche genitore che potrebbe di conseguenza sentirsi in colpa.
Dunque, ascoltatemi bene, Mamme e Babbi che finora mi avete accordato fiducia leggendomi: le buone intenzioni non devono trasformarsi in senso di colpa; l’intento di agire per il bene dei propri figli non porta esiti infausti nella costruzione della personalità dei bambini. Non me la prendo con voi che, col cuore in mano, vi siete affidati a fior fiore di specialisti, e sono certa che per lo stesso riconoscimento di buona fede da parte vostra nemmeno i vostri figli vi serberanno rancore.
È con chi vuole formarci per agire con coercizione senza badare all’Emozione che mi arrabbio, con chi intende erudirci sulle regole educative senza educarci all’Ascolto. Ce l’ho con chi ci porge ricette per il sonno dei nostri bambini e pillole per la loro attenzione e guide pratiche di istruzioni per l’uso, senza raccontarci della Profondità infinita dei loro mondi. Senza essere in grado di svelarci il primato di Unicità che ciascun Bimbo detiene. Senza parlarci di quel Paese delle Meraviglie che, insieme ai nostri figli, possiamo esplorare. Senza mostrarci il sentiero per viaggiare, attraverso le loro disarmanti domande, alla ricerca delle magiche risposte che possiamo offrir loro in Dono.
Chi nega che questo viaggio sia faticoso, mente. Ma chi lo svilisce inquadrandolo in uno schema di azioni meccanicistiche e banali, vi truffa con la propria incompetente superficialità. Vi invito a leggere anche il mio post “ma lo psycho dà consigli?”