Se il mio settore fosse la produzione,
coordinerei i cicli di scelte.
Se fosse l’artigianato,
ricucirei vecchie ferite.
Se fossi nel settore del turismo,
organizzerei viaggi personalizzati,
per ciascuno verso i propri sogni.
Se fossi in agricoltura,
coltiverei speranze.
Se il mio settore fosse la vendita,
rivenderei identità ritrovate,
ma solo ai legittimi proprietari.
Se fosse la sicurezza,
valuterei come rischioso
tutto ciò che snatura i miei clienti.
Se fosse la certificazione di qualità,
darei non conformità
a ciò che, senza aggiungere valore, rende poveri di tempo.
Se il mio settore fosse la cucina,
avrei un ristorante di cibi naturali, gustosi, sani, e non costosi.
Se fosse il fitness,
aprirei palestre di ginnastica del cuore,
che va allenato sempre prima quello.
Se fossi nel settore della moda,
lancerei ogni giorno un nuovo look,
così che, nella varietà,
ognuno si metta alla fine ciò che vuole.
Se fossi nel settore immobiliare
venderei case ecosostenibili e accoglienti,
che solo a stare nella bellezza, e in armonia col pianeta,
già si sta meglio.
Se il mio settore fosse lo spettacolo,
andrei nelle scuole gratis
a far corsi di teatro,
che immedesimarsi nell’altro è scuola di pace.
Il mio settore è salute e prevenzione,
devo usare molto l’immaginazione
e mi occorre un po’ di tutto il resto
per dar potere di cura alle parole.