Lo STRESS (non ne spieghiamo qui i mille significati ma ci facciamo bastare quelli di uso comune): inflazionatissima parola di questi anni, eppure tanto poco compresa l’importanza! Si dice ‘sarai un po’ stressat*’ per intendere che non ti devi preoccupare di come stai, tanto passa – poi magari stai malissimo e non passa mai – ma così non corri ai ripari con le opportune e più adeguate strategie per fronteggiarlo – questo stress – e ne esci danneggiat*.
Come mai tendiamo quando siamo stressat* a reagire o mangiando troppo, o troppo poco, o fumando (di più), o acquistando compulsivamente cose inutili, o altro ancora? La risposta sta nel fatto che noi esseri umani tendiamo naturalmente a cercare strumenti per rilassarci e per combattere lo stress, quindi (ancor più nell’epoca del ‘tutto e subito’) adottiamo quelli che troviamo di facile e comodo utilizzo, quelli che abbiamo a portata di mano (cibo, farmaci, alcool, ecc). Il problema è che questo tipo di strategie pare efficace (perché sul momento si tratta di cose che ci rilassano) ma ovvio che, nel medio e lungo termine, sono solo tattiche controproducenti, oltre che non risolutive delle cause, fonti di stress.
Scopro l’acqua calda se vi segnalo che tutti i disturbi più comuni hanno origine – comprovata da fiumi di ricerche scientifiche – anche in componenti di stress non gestito: emicrania/cefalee, problemi digestivi/gastrointestinali, dolori cronici muscolari, ansia, difficoltà di concentrazione e apprendimento, insonnia/disturbi del sonno, ecc. E ormai saprete pure come sia accertatissimo che tutte le malattie, comprese ad esempio le oncologiche, le degenerative, insomma tutte, hanno miglior prognosi se e quando c’è, attorno alla Persona ammalata, un ambiente non ostile, supportivo, quando la Persona può beneficiare di Relazioni buone, di sostegno e vicinanza reali.
Eppure, per quanto questi concetti descrivano semplicemente l’uovo di Colombo, pare spesso atto rivoluzionario OCCUPARCI DI NOI! Atto rivoluzionario se da lavoratori e lavoratrici, iniziamo a far valere i nostri diritti, laddove chi ne dovrebbe aver cura risulta un po’ sordo e cieco; atto rivoluzionario se cominciamo a portare anche le nostre esigenze in relazioni di coppia, precedentemente sbilanciate verso il ‘dare all’Altr*’ e non a sé; atto rivoluzionario se ci predisponiamo a guardare noi stess* con sguardo amorevole, e a trattarci con gentilezza, se per molto (troppo) tempo, ci siamo invece guardat* e trattat* con durezza e severità, pretendendo da noi ipercontrollo e perfezione.
Non possiamo eliminare molte fonti di stress ma possiamo prenderci cura del nostro benessere fisico, psichico, sociale, e questo – fidatevi – non è affatto poco ma è, appunto, rivoluzionario ed utilissimo! E’ anzi l’unico modo per riuscire nel tempo ad affrontare le difficoltà del quotidiano, serenamente, con efficacia e lungimiranza, senza farci danneggiare più del dovuto, addirittura facendone tesoro (vedi anche questo mio post).
Questo è il mio augurio, che vi porto con le parole di K. Vonnegut: ‘Che tu abbia la serenità di accettare le cose che non puoi cambiare, il coraggio di cambiare quelle che puoi, e la saggezza di comprenderne sempre la differenza’.
Mi permetto di fare un appello a tutt* i/le professionist* dell’aiuto: per favore, non dite più ‘sarà solo un po’ di stress’ ai/alle vostr* Pazienti, è una frase pericolosissima!